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venerdì 26 aprile 2024

Il Ministero del Lavoro ribadisce che il 1° maggio è un giorno lavorativo; La festività del Labor Day passa a lunedì 29 aprile

 



Santo Domingo.- Il Ministero del Lavoro ricorda a tutta la comunità imprenditoriale e lavorativa della Repubblica Dominicana che la Festa del Lavoro, che si celebra mercoledì 1 maggio, è un giorno lavorativo e la festività viene modificata in lunedì 29 aprile.

Si tornerà al lavoro martedì 30 aprile, come stabilito dalla legge 139-97.

La celebrazione di questa data, secondo quanto previsto dalla legislazione dominicana, deve essere effettuata in tutti gli stabilimenti del Paese.

Smantellano una rete dedita alla falsificazione di documenti a Barahona

 



In un'operazione diretta dal Pubblico Ministero (MP) in coordinamento con gli agenti della Sicurezza della Junta Central Electoral, sono stati arrestati 12 membri di una rete criminale dedita alla falsificazione di documenti pubblici a Barahona.

La rete falsificava carte d'identità, patenti di guida e certificati di nascita.

Il gruppo contattava cittadini haitiani nelle comunità di Los Patos, Paraíso e nel comune di Enriquillo, così come in altre parti del paese, fornendo loro documenti falsi per un importo compreso tra 70.000 e 100.000 pesos ciascuno.

L'operazione fa parte delle azioni intraprese per smantellare i laboratori dediti a commettere questo tipo di reato.

Eurodeputato: una carica importante e soprattutto lucrativa

 



Alcuni leader di partiti italiani si sono candidati come capilista alle prossime elezioni europee. Elly Schlein, Antonio Tajani ed Emma Bonino sfruttano la loro posizione per attirare la maggior quantità di voti possibile. Difficile pensare che in caso di elezione raggiunta si trasferiranno a Bruxelles. Con ogni probabilità cederanno a qualcun altro questa funzione. E se questo può essere considerato un dono, certamente non è uno di poco conto.

Non per nulla sussiste un malumore dilagante tra i leghisti che lavorano per il partito da sempre e che si sono visti scavalcare da Roberto Vannacci, il generale che ha scritto il best seller “il mondo al contrario”. E se a Vannacci qualche merito va riconosciuto, in fondo ha avuto il coraggio di scrivere cose ovvie ma sottaciute, lo stesso non si può dire di Ilaria Salis, in carcere a Budapest per la partecipazione a un pestaggio di manifestanti di destra, che si ritrova ora nella lista AVS sperando di essere eletta e di godere dell’immunità parlamentare.

L'eurodeputato non si ammazza di lavoro né tanto meno di responsabilità. Di spirito di servizio non si parla proprio. In cinque anni porta a casa 3.000.000 di euro. Prendono mensilmente 10.000 euro lordi e 7.850 netti cui vanno aggiunti 4.950 di rimborsi più 350 per ogni giorno di presenza, arrivando a oltre 20.000 euro al mese. Altri 30.000, circa 28.700 per l'esattezza, per gli assistenti, arrivando così a costare la bella cifra di 50.000 euro al mese cioè 600.000 l'anno, appunto 3.000.000 di euro in 5 anni. Lavorano solo tre settimane al mese senza grandi stress e responsabilità dal momento che in Europa decide tutto la commissione e il Parlamento europeo conta pochissimo.

Venezia e il ticket

 



Una trovata insolita. Ora per visitare Venezia bisogna pagare 5 euro. Questo novello obbligo, scattato ieri, giorno di San Marco, festa nazionale veneta. L’afflusso di turisti danneggia la città. Questo è quanto sostiene il sindaco Luigi Brugnaro: “Basta col turismo di massa che danneggia i tesori artistici”. Lo scopo quindi del ticket è ridurre l'afflusso di visitatori non veneti. Infatti, il relativo esonero si estende non solo agli abitanti della città ma anche ai residenti nella regione.

Da Udine ogni tanto la domenica ero solito partire con la mia famiglia in treno alla volta di Venezia. Era una giornata speciale. A poco più di un’ora di distanza si arrivava a un mondo straordinario che rimaneva impresso per sempre nella mente del visitatore. Udine non fa parte del Veneto per cui ora bisognerà pagare il ticket. Le visite si ridurranno drasticamente e non solo per il costo. C'è tutto Il dispendio di tempo legato alla prenotazione, al pagamento e, ultimo ma non per importanza, all'accertamento sul posto del possesso del ticket e al rischio di essere multato esosamente qualora questo andasse smarrito.

Una situazione penosa a carico dei non esonerati e in parte anche degli esonerati. Di questi tempi comunque non ci si stupisce più di niente. Venezia è uno spazio culturale e storico unico al mondo alla portata di milioni di Italiani e stranieri per trascorrere con la famiglia una giornata diversa. Una cosa inaudita in un'epoca in cui si punta alla globalizzazione in tutti i sensi e alla conseguente scomparsa della cultura e della memoria storica.

Brugnaro viene sostenuto dalla destra. Un'idea del genere sarebbe stata più consona a un appartenente alla sinistra, ma si sa queste distinzioni si assottigliano ogni giorno di più.

Ieri, anche per evitare tensioni, i controlli sono stati “soft ”, nessuna multa e la possibilità, per chi non si era registrato, di acquistare il ticket o ottenere l’esenzione. I circa 75 steward, sparsi in 15 punti di controllo, hanno dovuto fare i conti non solo con i turisti poco informati della novità, ma anche con residenti restii a mostrare il documento e dimostrare di esserlo.

C’è stato anche il corteo del “no al ticket”: “Venezia non è un circo” hanno urlato. Lo schieramento di polizia ha evitato l’assalto, e il corteo è proseguito all’interno della città.

 

giovedì 25 aprile 2024

La “Liberazione” ci sta sfuggendo di mano, ora c’è anche la Brigata ebraica

 

 



Il 25 aprile, una giornata festiva da abolire. La storia evolve col tempo e si trasforma. La Liberazione vuole ricordare la resistenza di cittadini italiani contro l'occupazione straniera della seconda guerra mondiale. E fin qui non ci sarebbe niente da ridire. Il ruolo di questa Resistenza viene però esagerato, al punto che col tempo la ricorrenza è diventata il festeggiamento di una vera e propria vittoria. Evidentemente non è così. Lo dimostrano le centinaia di basi militari esistenti nel nostro territorio e appartenenti a chi ci ha liberato veramente, prendendo il posto di chi ci occupava.

Una celebrazione peraltro molto politicizzata. Sembrerebbe che a resistere contro l'occupazione tedesca siano stati soltanto i comunisti. Falci e martello, pugni chiusi e la canzone Bella ciao sono all’ordine del giorno ogni 25 aprile. Ma la storia si trasforma, evolve in continuazione contrariamente a quel che si pensa. Dal 2018 esiste un altro attore in questa giornata festiva: la Brigata ebraica, che non vuole essere affatto un protagonista di secondo piano. Sono in tanti e sono agguerriti. Hanno i loro vessilli e bandiere con la Stella di Davide bene in vista. Hanno affrontato a viso aperto i manifestanti pro-palestinesi, lanciando anche bombe carta.

Col tempo forse dovremo ringraziare anche la Brigata ebraica della Liberazione dai tedeschi del 1945 per essere occupati da allora dagli americani che si inchinano davanti al Dio Denaro o Mammona attorno al cui altare si riuniscono i nababbi del mondo, sionisti tutti, sponsor di questa nuova entità della nostra Liberazione.

La polizia ha ucciso due uomini appartenenti a una banda che rapinava i viaggiatori nell'aeroporto del Cibao

 



Gli agenti della polizia nazionale hanno ucciso due giovani nel corso di una sparatoria durante un inseguimento nel comune di Puñal, provincia di Santiago.

I deceduti sono stati identificati come José Aquilino Sandoval Castillo, detto El Mello, 34 anni, e Brayan Lora Pichardo, soprannominato Brayita, 24 anni, che, secondo le forze dell'ordine, avevano precedenti di rapina a mano armata e rapina aggravata nei confronti di persone che entravano e uscivano dall'aeroporto internazionale del Cibao.

El Mello e Brayita hanno sparato alla pattuglia della polizia che li inseguiva. Erano in possesso di due armi che detenevano illegalmente, una Glock e una Smith & Wesson, modello 469.

I malviventi viaggiavano a bordo di un’autovettura marca Kia, modello K5 e di un Suv marca Honda C-RV.

La polizia ha accusato Sandoval Castillo di appartenere ad una banda dedita a commettere rapine a La Vega, San Cristóbal e Santiago, indossando uniformi con le iniziali della Direzione Centrale Investigativa (Dicrim) e della Direzione Nazionale di Controllo della Droga (DNCD).

Ci vuole poco per scivolare nell'antisemitismo

 



Teresa Mieli, senatrice di Fratelli d'Italia, è la vittima di un nuovo caso di presunto antisemitismo. A parte l’assurdità terminologica: semiti sono anche gli arabi ad esempio. Invece l'antisemitismo riguarda solo gli ebrei, la maggioranza dei quali è indoeuropea, in quanto askenaziti ovvero dei convertiti all’ebraismo provenienti dal Caucaso. L’assurdo moltiplicato all'ennesima potenza! Davanti all'accusa di antisemitismo si crea, però, un vuoto intorno al presunto colpevole, talvolta in buona fede. È successo di recente a Giorgio Zanchini, conduttore di “Radio anch'io”. Ha osato chiedere alla senatrice Ester Mieli di Fratelli d'Italia, impegnata tra l'altro a difendere Israele, testualmente: “Lei è ebrea?”. Apriti cielo, è cascato il mondo! Non si può. Eppure, un possibile conflitto di interesse vista la sua appartenenza non solo a una religione ma al gruppo etnico che la distingue potrebbe inficiare la sua obiettività nell’esprimere un giudizio su vicende attuali in cui Israele è al centro dell'attenzione. Il senatore La Russa, la seconda carica dello stato, ha sostenuto al riguardo: “L'opinione di una persona non può in alcun modo essere collegata alla religione professata”. Eppure la religione ebrea è saldamente legata all'appartenenza etnica. Evidentemente La Russa non lo sa o fa finta di non sapere che l'appartenenza religiosa all'ebraismo e tutt'uno con l'appartenenza etnica. Ebrei si nasce se si è figli di madre ebrea (trasmissione matrilineare). Sulla obiettività dei parlamentari ebrei quando si tratta di temi che coinvolgono la loro etnia ci sarebbe molto da ridire. Ci vuole poco di questi tempi per essere considerati antisemita. Basta non essere d'accordo con l'eccidio sistematico che Israele sta portando avanti in Palestina. Il mondo lo condanna nella grandissima maggioranza, ma l'eccidio prosegue. Sono tutti antisemiti?